Controcultura e le inversioni di senso

Effemeridi urla un invito ad uno scontro culturale. Seleziona e recluta intelligenze emotive per prepararle ad una ferma contrapposizione contro un sistema di valori che vuole dichiarare finito o comunque profondamente mutato. Vuole ammainare bandiere che sventolano margheritine o lettere che scimmiottano il kamasutra.

Mette al bando marchi che seducono per solo spirito imitativo, passivo, assolutamente non appartenete al sé ma a qualcun altro. Vuole destrutturare gli Avatars che si travestono di oggetti al servizio di un altro soggetto “lontano”, e che di questo soggetto portano su di sé inscritte le tracce. Vuole liberarli da queste superfici flessibili e, ogni volta, rinegoziabili. Vuole ricondurli invece a rivestirsi della loro personalità.

La sfida di Effemeridi è di indurre un processo di identificazione non solo in un brand dai contenuti emotivi e passionali, ma al contempo aspira a trasfigurarsi in un vero e proprio stile di vita.

Una vita fatta di completa apertura al mondo, senza quartiere, senza confini, di viaggi, relazioni fitte e ramificate, eventi da organizzare o a cui partecipare, sperimentazione e curiosità, movimento e pause riflessive, silenzi contemplativi e frastuono di allegria. Uomini e donne appartenenti a fasce di età assolutamente trasversali, che hanno voluto fermare il loro tempo interno, ma non ad un’età precisa, al contrario, ad una qualità dello spirito che se ne infischia del tempo esterno. Uomini e donne che sanno conciliare la necessità di leggerezza con la capacità di impegnarsi nel sociale, ovvero il proprio senso estetico con le ambizioni creative, il proprio senso etico con la sperimentazione dei sensi, del gusto, del bello e dell’arte, il senso pratico con la critica sociale impegnata, consapevoli che la loro libertà di muoversi, agire e pensare è un dono che non va disperso ma arricchito e ricapitalizzato. E con un piccolo sforzo anche donato.